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Christo and Jeanne-Claude The Floating Piers

Project from lake Iseo, Italy

Di: Gabriella Coronelli

23 Giugno 2016

Categoria: ProfileFood

Diamo i numeri: 100.000 metri quadrati di tessuto, 220.000 cubi di polietilene ad alta densità, 3 km. di passerella galleggiante larga 16 m. alta 35 cm., questa la sintesi materica del possente oggetto pensato dall’artista Christo con la moglie Jeanne-Claude e realizzato da lui solo in memoria della moglie mancata nel 2009. Di origini bulgare, americano d’adozione, Christo è conosciuto sia per le sue opere imponenti ma anche per il suo carattere: un giovane 82enne, capace di iniziare progetti la cui esecuzione richiede anni, studi approfonditi, molte competenze e molte risorse; un regista attento e sensibile in grado di motivare una squadra numerosa e guidarla al risultato finale; un artista libero che offre la sua arte alla condivisione, alla fruizione, di chiunque senza barriere intellettive e senza limiti alla libera interpretazione.
Cibo per la mente, per lo spirito, di ottima qualità, gratuito.

Come un buon cibo nutre l’essere vivente, così l’arte di Christo nutre la mente e i ricordi con semplici emozioni, complessi impulsi e con sensazioni che lasciano una traccia, avviano ad un percorso che può essere nuovo o la svolta su una strada già iniziata: l’impatto estetico dell’opera sull’ambiente è definitivo, è una nuova traccia che non si può dimenticare perché sarà per tutti la prima volta in cui l’arte è vissuta, toccata, percorsa ed è la prima volta in cui il Lago di Iseo ha nell’arte un esaltatore delle proprie doti, un complice che ti obbliga a fermarti, a vivere, a sentire questo luogo con consapevolezze inattese.

Inevitabilmente si cerca di cogliere, tra le molecole, quelle che hanno destato in Christo l’amore che lo ha spinto a scegliere questo luogo per materializzare una fragile idea che si sarebbe concretizzata solo attraverso un progetto complesso ed estremo. Le essenze che possono avere solleticato l’indole dell’artista si percepiscono, sono quasi palpabili nell’aria; certo si deve approcciare il lago con uno spirito libero da qualsiasi formalismo, da qualsiasi bigottismo che pretenda di insegnare come e perché vivere questo scenario. Questo lago, come tutti i laghi, ha una sua precisa e spiccata personalità, una sua volontà, percorrendolo con il battello – noi lo abbiamo percorso da Lovere a Monte Isola Carzano – si ha il tempo di lasciare che quest’aurea si infiltri nella mente, nel cuore, pulendo via tutto, allora arrivi alla passerella di “The Floating Piers” con un senso di aspettativa, un’ansia che ti distacca da tutto quanto ti sta intorno e ti consente di godere del bello inimmaginato, estasiante.

Che l’opera abbia un potere, una forte influenza sugli individui, lo si percepisce: il percorrere le passerelle è praticato da una tale umanità così assortita da essere indefinibile, accomunata dal desiderio di vivere un’esperienza per la sua unicità, creare una lunga scia della memoria collettiva, interpretare il linguaggio dell’arte ognuno con un codice personale.

Christo ha, anche, risorto dalle acque del lago un Loch Ness orrendo: una flottiglia di critici improvvisati della cultura, dell’arte e del come si deve viverla: dal ricettaro – colui che scrive di ricette dimenticate – un po’ fariseo che vorrebbe le passerelle di Christo invase da segnali stradali che ti impongano cosa fare e non fare “non si possono fare selfie”; alla libera professionista/critica d’arte che aspira ad accodarsi al ricettaro beneficiando di cene a scrocco per cui si sente obbligata di dare un senso culturale al pensiero dello stesso, in sintesi “se l’arte contemporanea richiede che il fruitore abbia una competenza specifica, diventa roba elitaria; ma se non richiede competenze specifiche, è gratuita e attira le folle, è un fenomeno massificante per mentecatti”. Da sorridere se non fosse triste.

Di fatto, tutti coloro che si sono trovati coinvolti in questo lungo cammino, riconoscono di avere vissuto un’esperienza eccelsa, di avere lavorato al fianco di un maestro modello di coerenza: i 400 volontari che dal mese di aprile scorso dedicano tempo e risorse hanno avuto l’opportunità di lavorare in una squadra efficiente, proattiva, con il regista sempre presente capace di stare al fianco di chiunque; le autorità locali hanno avuto il piacere di offrire il territorio e le risorse, nonché le peculiarità individuali, al servizio di un progetto nato con l’intento di rimanere nella storia; gli abitanti del luogo vivono questa esperienza con un misto di orgoglio e compiacenza per essere stati scelti, anche coloro non avvezzi all’arte e alle sue espressioni contemporanee colgono il senso di unicità di questo momento e godono in silenzio del piacere modesto di esserne parte.

I 5 motivi che giustificano un’abbuffata artistica contemporanea:

  • C’è qualcosa di unico in questa installazione – non avrà repliche, non avrà prolungamenti ciò la rende preziosa al di là della bellezza intrinseca e della sua poetica – come non pensare a NOBU AT ELBA di Giovanni Frangi?
  • L’opera di Christo è la dimostrazione che l’arte è realmente, per sua natura, qualcosa che riguarda tutti, è arte restituita alla testa e al cuore di tutti;
  • Christo è modello di libertà – per essere libero nel realizzare le sue opere rifiuta ogni contributo economico esterno, sponsorizzazione o sostegno pubblico che sia. Libero per lui vuol dire essere coerente con l’idea poetica originaria, avuta in coppia con sua moglie Jeanne-Claude, morta nel 2009;
  • Christo è artista al plurale – si concepisce sempre in “coppia” anche ora che sua moglie non c’è più: tutte le idee a cui sta lavorando sono idee generate nella relazione con lei. The Floating Piers è opera di una collettività che si è messa in movimento, a dimostrazione di quale forza possa avere oggi l’arte nel rendere migliore la vita del mondo.
  • Ultimo motivo, il più banale e più semplice –  l’artista ha concepito l’opera in rapporto ad una data: il 21 giugno, solstizio d’estate. Per questo il colore della passerella è il colore del sole e vista dall’alto sembra che il lago sia stato dipinto usando un suo raggio. Christo ci riporta al ciclo naturale del tempo, che spesso viene vissuto con indifferenza o con distrazione. Invece la genesi dell’estate è come una rinascita del mondo. La passerella è come un evidenziatore: evidenzia la bellezza del mondo in cui viviamo, nel momento dell’anno in cui questa bellezza esplode in tutta la sua luce. Christo ci ri-spalanca tutta questa bellezza.

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